Sono ormai passati due anni dalla segnalazione apparsa sul Corriere della Sera relativa al dubbio che un albero simbolo di una piazza romana, la Quercia situata nell’omonima piazza, si stesse seccando.
La verità era proprio quella, ci spiega l’agronomo Franco Milito, consigliere dell’Ordine degli Agronomi e professionista appassionato del suo lavoro: l’albero si stava seccando.
Apprendiamo dalle parole del dr Milito che gli alberi sono organismi che hanno la prerogativa di adattarsi all’ambiente circostante, sia esso più o meno conforme alle caratteristiche ottimali per la pianta stessa. Esattamente come è alta la capacità di adattamento però, altrettanto è alta la sensibilità degli alberi a soffrire del mutamento di questi equilibri che magari durati anni, cessano di colpo di salvaguardare la vita della pianta in questione. Questo è proprio quello che è verosimilmente successo alla ormai nota pianta situata in piazza della quercia.
Sappiamo da Roberto Dionisi, Presidente della Confraternita dei Macellai di Roma, che ha la sua sede proprio in un palazzo che affaccia sulla piazza e che prende il nome da Santa Maria della Quercia (nulla è casuale del resto), che da sempre i Confratelli si prendono cura dell’albero, annaffiandolo e curando l’aiuola a esso perimetrale. L’albero fino a poco tempo prima del periodo in cui entrò in sofferenza, veniva irrorato da una copiosa quantità d’acqua che fuoriusciva da una perdita di una fontana situata nei pressi. Riparata questa perdita, anche se l’interruzione di questo flusso d’acqua in teoria avrebbe dovuto creare una situazione più consona per la vita del leccio, fu proprio da quell’evento che l’equilibrio al quale si era adattata la pianta venne meno, facendola entrare in una sofferenza irreversibile.
A seguito dei danni riportati dalla quercia il Servizio Giardini optò per l’abbattimento dell’albero. Questa decisione creò presto un moto di sensibilizzazione anche amplificato dal tam tam dei social media ingaggiato dall’intervento di personaggi molto noti nell’ambiente romano e non solo.
Lo stesso dr Milito, avvertito in quanto consigliere dell’Ordine degli Agronomi, venne a conoscenza dell’intenzione del Presidente e dei confratelli della Confraternita dei Macellai di Roma di intervenire per acquistare, è proprio il caso di dire di “sana pianta”, un nuovo albero.
Ed è proprio quello che è successo. Il nuovo albero è stato comprato e verrà impiantato nel momento più propizio da un punto di vista organico.
Una storia non esattamente edificante per quello che è un simbolo di una delle piazze più caratteristiche della città che però ha per fortuna avuto un lieto fine.