Un simbolo che non può mancare sotto l’albero: vediamo dove affonda le sue origini
La parola presepe viene dal latino praesaepe che significa mangiatoia; Luca e Matteo ne parlano nei Vangeli in cui si racconta la natività. È proprio la stalla in cui si rifugiarono Maria e Giuseppe per dare alla luce Gesù il simbolo da cui nasce il presepe, un quadro in cui il Bambinello, riscaldato dal bue e dall’asinello, giace in una culla che è in realtà una mangiatoia.
Il primo a ricostruire la scena della natività fu San Francesco d’Assisi nel 1223, tanto che è considerato l”inventore’ del presepe: dopo aver trascorso il Natale a Betlemme, il santo avrebbe proposto a papa Onorio III di proporre la celebrazione l’anno seguente.
Non era possibile, all’epoca, che in chiesa si ospitassero rappresentazioni sacre e dunque venne fatta una messa all’aperto a Greccio (Umbria) in cui venne allestito il primo presepe vivente della storia.
Il classico presepe con le statuine invece va attribuito a Arnolfo di Cambio, che nel 1283 scolpì delle figure lignee per rappresentare la natività e i Magi; questo prototipo è conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Diffusa inizialmente in Toscana e poi nel Regno di Napoli, la tradizione del presepe è vivida in molte zone d’Italia anche se in Campania è una tradizione consolidata, dal momento che nel 700 gli artisti napoletani decisero di introdurre nella scena della Natività personaggi immortalati nella vita di tutti i giorni.
Sempre agli artisti napoletani si deve l’aver dotato i personaggi di arti in fil di ferro e l’averli abbigliati di abiti delle più preziose stoffe e soprattutto di aver realizzato le statuette di vip, politici e personalità note.
Nella simbologia del presepe il bue e l’asinello sono i simboli del popolo ebreo e dei pagani. I Magi sono la rappresentazione delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia. Oppure le tre razze in cui, secondo il racconto biblico, si divide l’umanità: la semita, la giapetica, e la camita. I doni dei re Magi hanno il duplice riferimento alla natura umana di Gesù e alla sua regalità: la mirra per il suo essere uomo, l’incenso per la sua divinità, l’oro perché dono riservato ai re.
I pastori rappresentano l’umanità da redimere e l’atteggiamento adorante di Maria e Giuseppe serve a sottolineare la regalità del Nascituro.
Qui vi lasciamo alcune foto del nostro presepe, che allestiamo ogni anno nella Chiesa di Santa Maria della Quercia.
Passate a visitarlo!