«Gesù disse questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri».
LA “MISURA” DEL PERDONO È NEL CUORE DELL’UMILE
Oggi siamo sollecitati a riflettere sulla giustificazione. Al termine della vita saremo di fronte a Dio per essere giudicati sulla sincerità della nostra coscienza. Dio non fa preferenze; l’unico riguardo sarà per il povero, l’orfano e la vedova (I Lettura), per chi si è affidato a Lui e perciò sarà compensato delle ingiustizie patite. Lo stesso Paolo, alla fine della corsa, un’esistenza spesa nell’annuncio del vangelo, fa un bilancio della sua vita: con la grazia del Signore ha conservato la fede (II Lettura) e ha avuto in dono la forza di perdonare ai persecutori; ora attende la corona di giustizia. È nella parabola del fariseo e del pubblicano (Vangelo) che Gesù ci fa conoscere il criterio della giustificazione seguito da Dio, che non si lascia ingannare da chi, come il fariseo, nella sua ipocrita rispettabilità si autoassolve. Dio apprezza, invece, il pubblicano perché non si nasconde dietro finzioni ma sa riconoscersi peccatore, mettendosi a nudo davanti a Dio, chiedendo pietà e misericordia. Egli non confida nelle sue preghiere, che forse non conosce, ma solo nell’infinita misericordia di Dio, al quale non servono tante parole quando gli si apre il cuore con sincerità.
don Vito Di Luca, ssp
IL DOMINIO DI SÉ
Il dominio di sé è la capacità di tenere sotto controllo gli impulsi istintivi, mantenendo una condotta guidata dalla ragione e illuminata dalla fede. Questo dominio di sé è frutto dello Spirito, perché l’uomo in balìa di se stesso è incapace di dominarsi: «Nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato » (Rm 7,23). Invece «la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte» (Rm 8,2). La forza interiore donata dallo Spirito Santo ci consente non solo di discernere fra il bene e il male, fra gli impulsi della grazia e gli impulsi dell’istinto, ma anche ci corrobora nel raggiungimento del dominio interiore. Per «camminare secondo lo Spirito» dovremo anzitutto dominare la nostra mente, i nostri pensieri di orgoglio, di vanità, come pure l’abitudine di giudicare i nostri fratelli. Inoltre dovremo dominare la lingua evitando ogni maldicenza. Dovremo, ancora, dominare le mani, gli impulsi di litigiosità: «Non rendete a nessuno male per male» (Rm 12,17). È importante il dominio del nostro corpo e della sessualità: «Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo» (cfr 1 Cor 6,19). Pure il dominio della gola ha la sua importanza: «Siate moderati e sobri » (1 Pt 4,7). Anche se questo dominio di sé è un dono, tuttavia lo Spirito Santo non agisce in maniera magica, ma chiede il nostro impegno alla vigilanza, alla preghiera e all’accoglienza della Parola del Signore.
Mons. Giuseppe Greco
Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, con l’umiltà del pubblicano al tempio apriamo il nostro cuore al Signore che ci ascolta e ci ama.
Lettore – Preghiamo insieme e diciamo:
Signore Gesù, ascoltaci.
1. Per la Chiesa, perché mostri al mondo il cuore del Padre, che ascolta la supplica dell’oppresso e gradisce la preghiera del peccatore pentito; preghiamo:
2. Per i giudici e i governanti, perché si lascino toccare dal tuo Spirito d’amore, per lavorare alla costruzione di una società fondata sulla giustizia del tuo Regno; preghiamo:
3. Per i malati nel corpo e nello spirito, perché non passi questo giorno senza che abbiano sperimentato attraverso i nostri gesti e le nostre parole motivi di speranza e di gioia; preghiamo:
4. Per noi qui riuniti, perché lasciandoci trasformare dal tuo Spirito impariamo a non contare sulla nostra“giustizia” ma sul tuo amore che perdona e accoglie ogni figlio; preghiamo:
Intenzioni della comunità locale.
C – Signore Gesù Cristo, ti abbiamo presentato la nostra preghiera, consapevoli che da soli non sappiamo amare. Accoglila e presentala al Padre tuo perché ci doni lo Spirito di grazia e di conversione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
A – Amen
XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
28 L Ss. Simone e Giuda apostoli. Festa (rosso). Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. Gesù ha una cura del tutto particolare nei confronti dei Dodici: li sceglie, come ci narra il Vangelo, li istituisce come apostoli e li invia in missione. S. Ferruccio; B. Giuseppe Ruiz Bruixola. Ef 2,19-22; Sal 18,2-5; Lc 6,12-19.
29 M Grandi cose ha fatto il Signore per noi. Il piccolo seme che Gesù ha gettato, ha iniziato a crescere nel mondo e radicarsi nel cuore degli uomini. S. Onorato di Vercelli; S. Gaetano Errico; S. Zenobio. Rm 8,18-25; Sal 125,1-6; Lc 13,18-21.
30 M Nella tua fedeltà ho confidato, Signore. San Paolo ci ricorda che senza la preghiera la nostra vita non può essere definita cristiana. S. Marciano di Siracusa; S. Germano di Capua; S. Serapione. Rm 8,26-30; Sal 12,4-6; Lc 13,22-30.
31 G Salvami, Signore, per il tuo amore. Il capitolo ottavo della Lettera ai Romani termina con un inno all’amore di Dio che si è pienamente manifestato in Cristo Gesù. S. Quintino; B. Tommaso da Firenze Bellaci; S. Volfango. Rm 8,31b-39; Sal 108,21-22.26-27.30-31; Lc 13,31-35.
01 V Tutti i Santi. Solennità (bianco). Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. Siamo figli e figlie di Dio, ci viene detto spesso: non dimentichiamo però che questa figliolanza divina si compie in noi come un cammino, ciascuno secondo la propria vocazione. S. Cesario; S. Licinio. Ap 7,2-4.9-14; Sal 23,1-6; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a.
02 S Commemorazione di tutti i fedeli defunti (viola). Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. «La vita non è tolta, ma trasformata», così proclama il Prefazio dei defunti esprimendo appieno il senso della fede che professiamo nel Credo. S. Giusto. Gb 19,1.23-27a; Sal 26,1.4.7-9.13-14; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40.
[03 D XXXI Domenica del T.O. / C (S. Martino de Porres; S. Berardo) Sap 11,22 – 12,2; Sal 144,1-2.9-11.13-14; 2Ts 1,11 – 2,2; Lc 19,1-10].
Enrico M. Beraudo
Salmo responsoriale e accompagnamento
PROPOSTE PER I CANTI: da Nella casa del Padre, ElleDiCi 2009. 5 Ristampa.
Processione d’ingresso: Cristo Gesù, Salvatore (633); Dio è mia luce (638).
Salmo responsoriale: G. Assandri. Ritornello: Solleviamo i nostri occhi al Signore (133).
Processione offertoriale: Signore, cerchi i figli tuoi (725).
Comunione: Non vi chiamerò più servi (597); Com’è bello (626).
Congedo: Giovane donna (579).