La voce del Battista, oggi come allora, ci ammonisce con le parole del profeta Isaia: «Preparate la via del Signore!». È un invito pressante ad aprire il cuore e accogliere la salvezza che Dio ci offre senza sosta, perché ci vuole liberi dal peccato. Gesù Cristo è l’unico mediatore!
DIO CI SALVA NEL CONCRETO DELLA NOSTRA STORIA UMANA
NELL’ITINERARIO di fede verso la nascita del Redentore che ci salva condividendo la nostra natura umana, siamo invitati dal profeta Baruc a deporre le vesti del lutto e dell’afflizione perché Dio ricondurrà il suo popolo alla luce della sua stessa gloria (I Lettura). L’invito alla gioia e alla rinascita è segno che la Parola di Dio illumina tutte le vicende della nostra cronaca quotidiana senza limiti spazio-temporali perché ci è sempre contemporanea. Paolo prega con gioia per i Filippesi (II Lettura) invitandoli a mantenersi integri per poter accogliere i frutti di giustizia nel giorno di Cristo, Parola vivente di Dio.
I dati storici così circostanziati che Luca ci trasmette (Vangelo) non sono un vuoto sfoggio della sua cultura. Sono chiari indicatori che ci aiutano a capire che la storia della salvezza non riguarda l’umanità considerata in modo astratto. Ma riguarda tutta l’umanità (del qui ed ora) di ogni tempo e luogo, intrecciata nella concretezza della sua storia. Storia di salvezza sempre in divenire perché la Parola di Dio attraversa, illumina e dà senso agli eventi di tutti i tempi.
Vito Di Luca, ssp
IL SANTO NIÑO DI CEBÚ
UNA tra le più antiche e diffuse devozioni nelle Filippine è quella al Santo Niño di Cebú. Non c’è paese o città che non abbia una cappella dedicata al Santo Bambino. Si tratta della prima immagine cristiana giunta nelle Isole Filippine.
Ve la portarono nel 1521 i membri della spedizione guidata dal portoghese Ferdinando Magellano e il basco Juan Sebastían Elcano, al servizio della corona spagnola. Non era altro che un regalo che Magellano fece a Humamay, la sposa del Ragià Humabon, in occasione del loro Battesimo, avvenuto il 14 aprile 1521.
La statuetta, così cara al popolo filippino e che ne rappresenta quasi l’identità, è alta trenta centimetri ed è realizzata in legno policromo. Il Niño ha nella mano sinistra un globo d’oro che rappresenta il mondo. L’immagine fu benedetta da Paolo VI, durante la sua visita nelle Filippine, nel novembre 1970, e da Giovanni Paolo II nella sua sosta nel Paese, nel febbraio 1981.
La festa del Santo Niño viene celebrata ogni anno nella terza domenica di gennaio. La statua viene portata in processione con la tradizionale danza popolare chiamata sinulog. La stessa che, il 18 gennaio 2015, accolse Papa Francesco al suo arrivo al Rizal Park di Manila davanti a milioni di fedeli. All’omelia, il Pontefice disse che «abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani», e «in modo specifico, abbiamo bisogno di vedere ogni bambino come un dono da accogliere, da amare e da proteggere».
Nicola Gori
BEATO PAOLO MANNA
BEATO PAOLO MANNA (1872 – 1952). Definito da Paolo VI «uno dei più efficaci promotori dell’universalismo missionario nel secolo XX», precursore del Concilio Vaticano II, ebbe l’intuizione di fondare il Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME) e una Associazione per la formazione di sacerdoti e laici in vista della missionarietà della Chiesa. Paolo nel 1894 divenne sacerdote, a 23 anni partì in missione in Birmania. Qui visse 12 anni, ma a causa della tubercolosi fu costretto a ritornare in Italia nel 1907. Morì a 80 anni a Napoli il 15 settembre 1952 e nel 2001 venne dichiarato beato da san Giovanni Paolo II. La Chiesa lo ricorda il 15 settembre.
Cristina Santacroce
Preghiera dei fedeli
C- Fratelli e sorelle, per essere pronti ad accogliere il Signore che viene, invochiamo da Dio la grazia della conversione, impegnandoci a raddrizzare i sentieri della nostra vita.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, converti il nostro cuore.
1. Per la Chiesa, perché in questo tempo di Avvento manifesti la gloria del Signore, difenda la dignità di ogni uomo, in attesa di nuovi cieli e terra nuova, dove avranno stabile dimora la giustizia e la pace. Preghiamo:
2. Per i cristiani, perché nei gesti e nelle parole di ogni giorno, siano attenti alle necessità del prossimo, pronti a condividere le gioie e le speranze dei fratelli. Preghiamo:
3. Per le famiglie, perché in questo tempo di Avvento, coltivino il dialogo e la fraternità per crescere insieme in un clima di rispetto e di gratitudine. Preghiamo:
4. Per la nostra comunità parrocchiale, perché nell’ascolto della Parola e nella partecipazione all’Eucaristia, attinga forza e sostegno per testimoniare la propria fede. Preghiamo:
Intenzioni della comunità locale.
C – O Dio, nostro Padre, rendici docili alla voce del tuo Spirito, perché riconosciamo il Redentore che viene e ci rallegriamo della salvezza che opera in noi. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
A – Amen
II SETTIMANA DI AVVENTO – 2018
10 L Ecco il nostro Dio, egli viene a salvarci. Gente di fede cala un paralitico davanti a Gesù nel mezzo della stanza. La potenza del Signore opera non solo la guarigione della paralisi, ma anche il perdono dei peccati, potere esclusivo di Dio. Come non stupirsi e dare gloria a Dio? B. V. Maria di Loreto; S. Eulalia; S. Mauro. Is 35,1-10; Sal 84,9-14; Lc 5,17-26.
11 M Ecco, il nostro Dio viene con potenza. Come comportarsi con quei “fratelli” nella fede, considerati “piccoli”, perché deboli nella fede e facilmente esposti allo “scandalo”? Gesù li paragona a una pecora che si smarrisce e che il pastore deve ricercare con impegno. S. Damaso I (m.f.); S. Daniele Stilita; S. Sabino. Is 40,1-11; Sal 95,1-3.10-13; Mt 18,12-14.
12 M Benedici il Signore, anima mia. Gesù si rivolge a tutti coloro che sono «stanchi e oppressi»; in lui «troveranno ristoro per la loro vita». Poiché il giogo è inevitabile, Gesù ci invita a sottometterci al suo giogo, che sarà «dolce e leggero», essendo lui «mite e umile di cuore». B. V. Maria di Gudalupe (m.f.); B. Giacomo Capucci. Is 40,25-31; Sal 102,1-4.8.10; Mt 11,28-30.
13 G S. Lucia, vergine e martire. Memoria (rosso). Il Signore è misericordioso e grande nell’amore. Il comportamento austero e intransigente di Giovanni, simile a quello di Elìa, ben si adattava alla situazione di un regno dei cieli che continuava a subire violenza. Gesù ne tesse l’elogio, pur rimarcando il suo diverso e nuovo orientamento. S. Ottilia; B. Giovanni Marinoni. Is 41,13-20; Sal 144,1.9-13; Mt 11,11-15.
14 V S. Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita. Il comportamento di Gesù, il Figlio dell’uomo, non piace, perché opposto a quello di Giovanni. Non ci si rende conto che in ogni caso si sta criticando la “sapienza” divina, che deve essere «riconosciuta per le opere che essa compie». S. Venanzio Fortunato. Is 48,17-19; Sal 1,1-4.6; Mt 11,16-19.
15 S Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi. La trasfigurazione di Gesù coinvolge ancora la figura di Elia. La sofferenza del grande profeta nella difesa della Legge rivive nella persecuzione di Giovanni il Battista; entrambi prefigurano la missione “sofferente” del Figlio dell’uomo. S. Virginia Centurione Bracelli; S. Valeriano; B. Carlo Steeb. Sir 48,1-4.9-11; Sal 79,2-3b.15-16.18-19; Mt 17,10-13.
[16 D III Domenica di Avvento o «Gaudete» / C (S. Adelaide) Sof 3,14-17; Sal da Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18].
Tarcisio Stramare, osj
Salmo responsoriale e accompagnamento
PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa.
Inizio: Tu sei come roccia (745); Tutta la terra canti a Dio (748).
Salmo responsoriale: Ritornello: Ha sete di te, Signore, l’anima mia (416); M° G. Lattuca.
Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (705).
Comunione: Signore, vieni (459); Celeste Gerusalemme (5).
Congedo: Voce di uno che grida nel deserto.
ACCOMPAGNAMENTO
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